L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato il Piano sangue e plasma regionale per il triennio 2008-2010, che sviluppa il sistema sangue regionale sulla base delle novità introdotte nel sistema organizzativo nazionale dalla legge n. 219/2005.
Una nuova organizzazione del sistema sangue regionale e un ulteriore sviluppo dell'integrazione tra le strutture trasfusionali per garantire l'autosufficienza di sangue e di emoderivati, in regione e a livello nazionale, e per assicurare - all'interno di un maggiore coordinamento nazionale - qualità e sicurezza del sangue e dei servizi trasfusionali, con rigorose procedure sia per le donazioni che per le trasfusioni.
La Consulta e il Centro di coordinamento regionali
La nuova "Consulta tecnica permanente per il sistema trasfusionale regionale", presieduta dall'Assessore regionale alle politiche per la salute, (già Commissione regionale per le attività trasfusionali) è l'organismo rappresentativo di tutti i soggetti del sistema regionale ed è la sede dove - a livello preliminare - vengono predisposte e condivise le strategie programmatiche e di indirizzo, in stretta sinergia con il livello nazionale. Il nuovo Centro regionale sangue (CRS), già Centro regionale di coordinamento e compensazione per i servizi trasfusionali (CRCC), è la struttura di coordinamento e di controllo tecnico scientifico, con il compito di garantire l'autosufficienza regionale e di concorrere all'autosufficienza nazionale attraverso l'invio di unità di sangue, emocomponenti ed emoderivati alle Regioni carenti. Il CRS opera di intesa con la Consulta e in sinergia con il Centro nazionale sangue.
Il modello del sistema sangue: centrali le associazioni di volontariato
Il nuovo assetto istituzionale porta avanti un modello consolidato di sistema integrato e altamente condiviso, che coinvolge tutti i soggetti interessati (Regione, CRS, Aziende sanitarie, associazioni dei donatori di sangue, medici e operatori dei Servizi trasfusionali aziendali) per garantire la raccolta, controllare l'appropriatezza dei consumi e potenziare le tecniche alternative all'uso del sangue omologo. Un sistema in cui è centrale la valorizzazione delle associazioni di volontariato del sangue, determinanti per aumentare il numero di donatori e per diffondere e sostenere la cultura della solidarietà.
Le priorità del Piano
Tra le priorità del Piano, l'accreditamento delle strutture trasfusionali, come strumento per raggiungere uno standard omogeneo nella qualità degli emocomponenti. In questa direzione si inserisce l'avvio del processo per concentrare in un numero limitato l'attività di produzione e validazione delle unità di sangue raccolte: questo processo porterà ad identificare le sedi trasfusionali che hanno questo compito in ambito di Area vasta.
Il Piano individua inoltre, tra gli obiettivi, l'ulteriore sviluppo dei processi di sicurezza delle trasfusioni, in particolare rispetto ai metodi di tracciabilità del donatore, del prodotto sangue e dei suoi componenti e rispetto alla prevenzione del rischio di infezioni. In questo ambito, la Regione partecipa con il Centro nazionale sangue, al programma del Ministero della salute finalizzato alla ricerca sanitaria per l'anno 2008, con un progetto per la sperimentazione di un sistema di identificazione e tracciabilità del paziente trasfuso e degli emocomponenti.