La sera precedente mi alimento in modo da evitare eccessi e evito di fare sforzi fisici maggiori del solito.
Il mattino, circa un'ora prima della donazione, dopo un sano riposo notturno, faccio una leggera colazione evitando cibi a base di latte e suoi derivati
Mi presento presso il punto di raccolta dove abitualmente dono, consegno al volontario o all'impiegato un mio documento identificativo (nella nostra regione è stato identificato nella tessera sanitaria regionale).
Compilo il questionario, lo firmo e aspetto il mio turno per la visita medica.
In ambulatorio il medico addetto alla selezione, dopo avere accertato la mia identità, mi visita: mi misura la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e il peso corporeo, mi controlla il valore dell'emoglobina utilizzando un apposito strumento (emoglobinometro), verifica la corretta compilazione del questionario puntualizzando alcune domande, infine valuta le mie condizioni generali di salute.
A questo punto introduce i dati inerenti la mia donazione nella cartella sanitaria (informatica o cartacea)
In sala raccolta mi accoglie l'infermiere che mi fa accomodare in una comoda poltrona reclinabile .
Mi è stato detto che nella fase che precede la donazione ci possono essere delle piccole differenze da provincia a provincia, ma la sostanza non cambia.
L'infermiere mi chiede nuovamente come mi chiamo e la mia data di nascita e confronta quanto gli ho detto consultando un mio documento identificativo. Prepara le sacche e le provette, vi appone le apposite etichette, prepara il laccio, il materiale per la disinfezione della cute e pone tutto il materiale sulla bilancia e sul piano di lavoro di fianco a me
Ecco, arriva il momento critico! Stringo i denti, chiudo gli occhi e aspetto l'attimo. Via! La donazione è iniziata. Sento il rumore della bilancia che comincia ad ondeggiare avanti e indietro, avanti e indietro. Mi hanno spiegato che il sangue si deve mescolare all'anticoagulante contenuto nella sacca, per cui deve stare sempre in movimento. Che chiacchieroni che sono questi infermieri, mi parlano del tempo, del loro figlio mio coetaneo che fa l'università, del giro d'Italia...... Mi spiegano che è un modo come un altro per distrarmi, per far trascorrere più velocemente i 10 minuti necessari per completare la donazione
Eccomi in sala ristoro, con il mio bel cerottone sul braccio, mi vedo mentre sto addentando un panino con la mortadella e leggo la gazzetta dello sport. ......giusto, il medico mi ha detto di bere molto dopo la donazione, ma di non esagerare nel mangiare, per non sovraccaricare lo stomaco. Devo ricordaremelo!
Inoltre mi ha detto di non fare grossi sforzi nelle prossime 12 ore, specie se acuti. Mi ha spiegato che il motivo per cui ho diritto ad un giorno di riposo rimborsato dallo Stato Italiano è che oggi non devo svolgere attività pericolose o faticose, potrei risentirne
Esco soddisfatto e orgoglioso del mio gesto!
Fonti immagini
50 - 55 da AVIS Rimini
56 illustrazione originale